Ricordo che alla scuola elementare, una volta al mese, veniva una giovane dentista a controllare i nostri denti. Era una ragazza dolcissima, molto brava coi bambini, ed io ero sempre felice di vederla. Quando arrivava, prima di tutto, entrava in classe e ci raccontava delle storie per insegnarci l’importanza dell’igiene dentale. Dopodiché, ci faceva fare dei lavoretti, o dei disegni da portare a casa, oppure ci dava qualche compito pratico da portare avanti per l’intero mese, in modo da parlarle dei nostri risultati all’incontro successivo. Poi, ci metteva in fila, sempre in classe, e ci controllava uno ad uno, chiedendoci se ci occupassimo della nostra igiene mentale. Io ci tenevo così tanto a fare bella figura che ero diventata bravissima a lavarmi i denti ed, infatti, ricevevo sempre i suoi complimenti. A fine visita, ci dava degli stickers verdi, se tutto era a posto, gialli, se dovevamo impegnarci di più, e rossi se bisognava migliorare decisamente la nostra igiene dentale. Io prendevo sempre il verde, ovviamente.
E’ grazie a quella fantastica dottoressa se sono cresciuta preoccupandomi della mia bocca, dei miei denti e delle mie gengive. Purtroppo, ora che sono madre di un bambino che va alla scuola elementare, non posso dire di avere lo stesso impatto di quella dentista. Alla scuola che frequenta mio figlio non ci sono dentisti che vanno a visitare gli alunni. E’ responsabilità dei genitori portarli dal medico. Ma siccome lo studio di un dentista è un ambiente che fa paura ad un bambino (l’odore di disinfettante, il lettino, gli attrezzi tra cui il trapano in bella vista, i lamenti degli altri pazienti), mio figlio è terrorizzato ogni volta che lo porto ad un controllo. Il fatto che abbia paura del dentista mi rende facile convincerlo dell’importanza dell’igiene dentale, per cui a casa è molto bravo, però, mi dispiace davvero molto che sia la paura ad indurre tale comportamento. Mi piacerebbe che si trattasse di un’emozione positiva, come quella che provavo io a scuola. Una sera, sapendo che il giorno dopo dovevamo andare dal dentista, l’ho trovato a letto a piangere per la paura e la cosa mi ha spezzato il cuore. Il fatto di essere proprio io, la sua mamma, a costringerlo a tali visite mi ha fatto sentire un mostro. E spiegargli che è per il suo bene, non ma ha fatto stare meglio.
Per questa ragione, ho istituito un gruppo con altre mamme che hanno lo stesso problema allo scopo di riprodurre una situazione simile a quella che avevo vissuto io alla scuola elementare. E ci sono riuscita. Ho trovato una dottoressa disposta a venire a casa nostra e a parlare ai bambini presenti, raccontare favole e far fare lavoretti, e poi visitare tutti lì, in un ambiente piacevole e sicuro. Vedere mio figlio felice di farsi visitare mi ha dato così tanta gioia che mi sono sentita per la prima volta di essere davvero una buona madre.
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